Sulla 'questione morale': «violenza per il corpo e menzogna per lo spirito»

Nicola Massimo de Feo, 01/02/2021

Datato: 01/01/1989

Questo articolo, comparso sulla rivista barese «Escamotage» nel 1989, riprende eloquentemente la formulazione del pensiero di Sergej Nečaev, rivoluzionario russo del XIX secolo, espressa da M. Bakunin (cfr. M. Bakunin, Gewalt für den Körper. Verrat für die Seele. Berlin 1980). Al cuore del ragionamento di de Feo, ritroviamo la questione delle politiche d'emergenza, che dalla fine degli anni Ottanta si sono fatte sempre più strada nelle pratiche governamentali. Analizzando questo problema foucaultiano, il professore barlettano adoperò però gli strumenti del suo «nietzscheanesimo senza riserve», leggendo nel governo della precarizzazione una nuova determinazione storica della sussunzione, dunque dello sfruttamento. In anticipo sui tempi, mostrò quanto oggi stiamo sperimentando: da un lato, la centralità della «vita» nei processi di soggettivazione e di valorizzazione della forza lavoro; dall'altro, per dirla con Paul Nizan, la guerra contro la «vita» intesa come desideri, valori, capacità e potenza che sfuggono al capitale come rapporto sociale.

Malattia e memoria in Nietzsche

Nicola Massimo de Feo, 30/10/2020

Datato: 01/01/1973

In Malattia e memoria in Nietzsche del 1973 De Feo si scontra con la cecità che caratterizza il pensiero di Nietzsche, incapace di cogliere l’oggettività della prassi storica e sociale. Egli ravvisa nella pretesa nietzschiana di una "desoggettivazione" del pensiero, che dà corpo alla dimensione prospettico-dialettica della storia della materia, una inevitabile ricaduta in una più raffinata forma di soggettivismo, che si re‑instaura a fondamento delle interpretazioni della realtà. A partire dalla malattia e dalla morte del padre, incarnazione della "ragione" e della "legge" della vita sociale borghese nel suo carattere più nichilistico, il filosofo tedesco sancisce il rifiuto dell’uomo e di Dio, dei valori preesistenti, della filosofia metafisica e con essa della religione e della scienza, a favore di un bisogno di oggettività che si traduce nella teorizzazione di una filosofia storica, in cui la materia è processo senza soggetto, pensiero senza io. Tuttavia tale decostruzione critica – ed è questo il tema centrale dell’analisi di De Feo – non è e non può essere separata da un inevitabile ripiegamento sul troppo umano, da una deriva "psicoanalitica". Il troppo umano non viene mai dimenticato, bensì recuperato in una sintesi di tipo hegeliano che impedisce una conoscenza oggettiva del reale, il quale non appare se non come una possibilità secondo la disponibilità di senso del soggetto. Così si constata l’impossibilità di rimuovere il feticcio della memoria.

Il sacro e il potere in Heidegger

Nicola Massimo de Feo, 15/06/2020

Datato: 01/01/1994

Pubblichiamo la prefazione di N. M. de Feo alla seconda edizione di Fenomenologia e teologia (1994) di Heidegger.

Analisi e critica dell'alienazione in Heidegger

Nicola Massimo de Feo, 15/05/2020

Datato: 01/01/1974

Analisi e critica dell’alienazione in Heidegger è l’introduzione di N. M. de Feo alla prima edizione della sua traduzione di Fenomenologia e teologia di M. Heidegger (1974).
Il testo cerca di percorrere in lungo e in largo la produzione teorica di Heidegger, seguendo le mutazioni storico-culturali tedesche ed europee.
De Feo mette qui in relazione la riproposizione heideggeriana della domanda sull’Essere e la crisi economica e sociale della borghesia attraverso il prisma operaista del ciclo sviluppo-crisi-ristrutturazione. La domanda sull’essere appare così una pratica attraverso cui il pensiero borghese cerca di ricomporre la sua realtà dentro la crisi (il “negativo”), da cui pianificare lo sviluppo del nuovo capitalismo.